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INCENSO ED EQUINOZIO DI PRIMAVERA

incenso ed equinozio di primavera

Fra il 20 e il 21 di Marzo si compie per il calendario astronomico l’Equinozio di Primavera. Nell’immaginario comune questa stagione è evocativa di scenari romantici, delicati, carichi di passione e slancio per la vita.

Le giornate si “allungano”, le temperature iniziano a crescere e la Natura mostra i segni dell’esplosione imminente di fecondità e rinascita. Gli animali si destano dal letargo e le nuove gemme, i fiori, l’erba tenera sono l’evidenza dell’avvenuta unione tra il Padre Sole e la Madre Terra.

Nel giorno dell’Equinozio la luce e il buio raggiungono un punto di equilibrio, in cui la durata del è uguale (in lat. aequalis) a quella della notte (in lat. nox). Secondo le culture antiche luce e buio rappresentano forze complementari necessarie al manifestarsi della Vita: fra le altre simbologie, sono legate alle attività di Sole e Luna, la cui alternanza regola i flussi di energia vitale sulla Terra, producendo i fenomeni naturali.

Sole e Luna – gli assi equinoziali e solstiziali:

Per capire meglio il rapporto fra i due astri, paragoniamo concettualmente il ciclo annuale del Sole a quello mensile della Luna. Noteremo dunque che entrambi si dividono in 4 fasi principali, ognuna con caratteristiche, funzioni e tendenze analoghe sia a livello generale (terrestre) che particolare (umano). Da ciò l’importanza attribuita agli assi equinoziali e solstiziali:

Assi equinoziali e solstiziali (clicca per ingrandire)

  • Il Solstizio d’Inverno è paragonabile alla Luna Nuova: le energie sono proiettate alla discesa nella materia, l’introspezione e la trasformazione. Si scruta il passato per cogliere l’essenza delle esperienze vissute, dei sé interpretati e integrarla nel nostro presente come premessa per il futuro. Chiusi in noi stessi, lavoriamo sul cambiamento La notte supera di gran lunga il giorno;
  • L’Equinozio di Primavera rispecchia la Luna Crescente: il nuovo ciclo avanza, le energie sono orientate alla crescita e all’espansione. E’ il momento di guardare davvero al futuro, con idee fresche, progetti nuovi e voglia di realizzarli sulle basi invernali. Il giorno e la notte sono in equilibrio;
  • Il Solstizio d’Estate richiama la Luna Piena: è la fase di massima irradiazione energetica, in cui i progetti seminati d’inverno e cresciuti in primavera giungono a completa maturazione. Concentràti sul presente, si gode appieno dei frutti delle proprie fatiche. Il giorno supera di gran lunga la notte;
  • L’Equinozio d’Autunno è analogo alla Luna Calante: dopo l’euforia estiva è il momento di fare un “bilancio” del raccolto. Valuteremo i frutti nel loro insieme, ne scorgeremo pregi e difetti, decideremo cosa conservare e cosa invece abbandonare. Rivolti al rapporto tra passato e presente, iniziamo a ritirarci e a trarre conclusioni. Il giorno e la notte sono di nuovo in equilibrio;

In quest’ottica si comprende meglio perché le popolazioni Mediterranee consideravano l’Equinozio di Primavera il vero inizio dell’anno. Il rinnovamento che esso innesca nella Natura si trasmette anche alla coscienza dell’uomo.

Ariete – l’inizio della vita:

L’Equinozio di Primavera coincide astrologicamente con l’ingresso del Sole nel segno dell’Ariete (21 Marzo – 20 Aprile). Qui l’astro esprime al massimo la sua potenza fecondante, nutrendo e rianimando ciò che era “morto” durante l’inverno: viene detto pertanto  in “esaltazione[1].

Il pianeta che governa il segno è Marte, mentre l’elemento associato è il Fuoco, simbolo di energia, attività ed espansione.

A livello interiore questo è un periodo ricco di possibilità da realizzare, anche se al momento incerte e indefinite. Abbiamo appena lasciato il segno dei Pesci, simbolo del caos primordiale ribollente da cui ancora non è nata la vita. Disponiamo cioè di una gran quantità di energie, vitalizzate dalla fermentazione invernale ma non ancora orientate verso obiettivi concreti.

Dobbiamo imparare a focalizzarle [2], prestando attenzione alle insidie del fuoco instabile d’Ariete: si accende con facilità, divampa in un batter d’occhio ma si estingue altrettanto rapidamente. Conferisce entusiasmo, grande volontà, ma anche dispersività e volubilità: le “idee brillanti” annunciate e mai realizzate, i progetti nati e accantonati per calo di interesse, gli amori travolgenti esauriti in fretta sono solo alcuni esempi di arietinità. Non a caso, la parte del corpo governata dal segno è la Testa (in làt. caput, che indica pure l’intelletto e per estensione l’inizio di qualcosa).

simboli astrologici ariete incenso equinozio primavera

Glifo astrologico e simbologia dell’Ariete

Il glifo del segno riunisce perfettamente il concetto di rinascita all’assenza di stabilità: ricorda infatti una testa ovina dalle corna ricurve ma anche un germoglio appena spuntato dalle foglioline speculari [3]. Proprio come quel getto, i nostri intenti sono ancora fragili e senza radici salde: vanno nutriti e protetti come il più prezioso dei doni. Contengono infatti il principio e il potenziale sviluppo di qualcosa magari fondamentale per la nostra evoluzione. L’importante è stabilire una strada da seguire, procedere per piccoli passi e senza fretta di giungere al risultato.

E’ proprio in vista del lavoro interiore per l’Equinozio di Primavera che ho pensato di suggerire una miscela d’incenso e una breve meditazione proposta da Rob Brezsny, il geniale autore di oroscopi de “L’Internazionale”. Gli ingredienti scelti purificano l’ambiente, tonificano, calmano i pensieri e aiutano a rendere gestibili le emozioni irruente.

Incenso dell’Equinozio di Primavera:

Pestare tutti gli ingredienti in un mortaio dopodiché bruciare a pizzichi sul carboncino. Le dosi possono essere modificate a piacimento e gli ingredienti mancanti si possono sostituire o semplicemente tralasciare.

Si consiglia di usare sempre modeste quantità di Canfora, meglio se mescolata ad altri ingredienti: pura e in dosi eccessive può provocare irritazioni nei soggetti sensibili. Non esporsi ai fumi diretti e mantenere l’ambiente ben areato.

*Le quantità di Sandalo Bianco dipendono dal carboncino utilizzato: se sviluppa alte temperature, sono consigliabili 3 parti. Se al contrario è del tipo a rilascio controllato, si può scendere a 2 parti.

Meditazione – La strada verso l’obiettivo:

Scegliamo un luogo tranquillo, in cui ci sentiamo a nostro agio, nel quale poter rimanere indisturbati per almeno 15-20 minuti (o il tempo che desideriamo dedicare a questa pratica). Se ci fa piacere abbassiamo le luci e accendiamo una candela, quale simbolo della luce che ci farà vedere chiaramente il percorso da seguire.

Da essa accendiamo il carboncino e posizioniamolo nel brucia incenso. Se non abbiamo la candela possiamo utilizzare un accendino, un fiammifero, eccetera.

Prima di continuare, chiariamo che lo scopo della meditazione sarà di soffermarsi sui dettagli che emergono durante l’esercizio, analizzandoli nei loro diversi aspetti. Può essere utile quindi tenere sottomano un supporto (quaderno, bloc notes, file di testo) su cui annotare le proprie impressioni al termine della sessione.

Bruciamo un pizzico o due dell’incenso che abbiamo preparato: lasciamo che i suoi fumi ci rilassino, attenuino la nostra impulsività, ci rendano vigili e presenti a noi stessi.

Assumiamo ora una posizione comoda, seduti o sdraiati. Cerchiamo di rilassarci e di rendere regolare il respiro. Quando ci sentiamo pronti, visualizziamo di camminare verso un edificio mai visto prima: lasciamo che le immagini affiorino spontanee nella mente, formando lo scenario che vogliono e completandosi dei dettagli che preferiscono.

Accogliamole senza modificarle finché la visione diventa nitida e stabile: a questo punto osserviamo con attenzione. E’ giorno o è notte? Quanta luce c’è? Il clima è sereno o perturbato? Che sensazioni comunica un’atmosfera del genere? E l’edificio… com’è fatto? Che forma ha? Di che materiale è costruito? E’ antico o moderno? Che sensazioni proviamo a vederlo?

Ora imbocchiamo il percorso che conduce verso l’edificio. Com’è questo percorso? Di che materiale è (mattoni, pietra, legno, sabbia,…)? E’ sporco o pulito? Il tragitto per arrivare al palazzo è lungo o corto? E’ diretto o ha delle curve? Il terreno è pianeggiante o ha dei dislivelli (colline, montagne, dune…)? Il sentiero è sgombro o ci sono ostacoli? E’ continuo o presenta interruzioni?
Che sensazioni ci dà vedere questo percorso? Sono ansioso di arrivare alla fine o voglio godermi il viaggio?

Finalmente arriviamo all’edificio. Siamo giunti davanti alla porta d’ingresso, che però è chiusa a chiave: dobbiamo trovarla se vogliamo entrare. Concentriamoci quindi su dov’è e com’è fatta.
Ce l’abbiamo con noi? E’ in tasca o nei vestiti? Si trova forse in un altro luogo? La estraiamo dalla siepe, da sotto uno zerbino, è sopra lo stipite d’ingresso, …? E una volta estratta, di che materiale è? Che forma ha? Che sensazione ci dà questa chiave? Perché ha quella forma ed è di quel materiale?

Ora apriamo la porta ed esploriamo l’interno della costruzione. Dove siamo arrivati? E’ una sala, un giardino, uno spazio vuoto? Cosa c’è intorno a noi? Gli interni sono dello stesso materiale dell’esterno? Se non lo sono, cosa cambia? L’arredamento è sobrio, ricercato, fastoso, minimale o altro? Che sensazioni ci comunica questo tipo di arredamento?

Dentro l’edificio c’è luce oppure no? Se c’è, da che fonte arriva? Che sensazione ci trasmette l’atmosfera? Siamo a nostro agio oppure vorremmo andarcene il prima possibile?

Dopo aver meditato su tutti questi aspetti, quando ci sentiamo pronti possiamo terminare la visualizzazione. Lasciamo che si dissolva dalla mente e riprendiamo gradualmente il contatto con la realtà. Concediamoci qualche istante per realizzare che il percorso si è compiuto. Se il carboncino è ancora attivo possiamo bruciare un altro pizzico di incenso.

Annotiamo quanto abbiamo visto prima che sparisca dalla memoria, tralasciando il meno possibile.

La simbologia di quanto visto è la seguente: l’edificio rappresenta la prossima fase o l’obiettivo futuro del nostro cammino; il sentiero è il modo in cui intendiamo arrivarci, mentre la chiave simboleggia le capacità e le conoscenze necessarie a realizzarlo, se già le possediamo o se invece dobbiamo acquisirle.

Riflettere sui vari dettagli serve a dipingere un quadro d’insieme della nostra percezione. La visione forma inoltre una pietra di paragone per i mesi a venire: ripetendo l’esercizio a distanza di tempo potremmo notare alcuni cambiamenti, elementi nuovi, oppure delle modifiche nella proiezione del futuro

Non esistono versioni giuste o sbagliate, l’importante è prendere coscienza degli aspetti emersi senza volerli giudicarle. Evitiamo però di mentire a noi stessi sorvolando sui tratti che non gradiamo, adducendo motivazioni per giustificare eventuali mancanze, paure, indecisioni, eccetera. Lasciamo che la nostra luce e il nostro buio interagiscano fra loro fino a trovare un loro naturale equilibrio.

Per completare il tutto possiamo spegnere la candela, consapevoli che la coscienza interiore rischiarerà sempre il nostro cammino.

Se ci è possibile, concediamoci una doccia o un bagno caldo per ritornare alla dimensione del corpo, lasciando sedimentare il viaggio appena compiuto.

Stay (reinassance) incensed!

 -Eraldo

[1] Quando un pianeta è esaltato, in realtà, si considerano amplificate tutte le sue caratteristiche, positive e negative: lo stesso vale per i suoi effetti e gli aspetti con altri pianeti. Secondo l’astrologia classica il Sole si esalta in Ariete, la Luna in Toro, Mercurio in Vergine, Venere in Pesci, Marte in Capricorno, Giove in Cancro e Saturno in Bilancia.

[2] Una delle grafie del glifo di Marte è un cerchio da cui parte una freccia: una delle funzioni simboliche del pianeta è infatti quella di indirizzare (freccia) le energie del Sole/corpo/coscienza (cerchio) verso scopi precisi.

[3] Altre interpretazioni vedono il glifo come la stilizzazione dell’utero oppure dell’eiaculazione maschile, entrambi simboli di fertilità, origine e continuazione della vita.

 

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