INCENSO E RICORDO DEI DEFUNTI
Nello scorso articolo abbiamo visto che l’ 1 e il 2 Novembre sono dedicati in molte culture all’omaggio dei trapassati. Ad onorare, cioè, il ricordo di persone che hanno lasciato la dimensione visibile per proseguire il viaggio di consapevolezza in altri piani vibratori.
Lo scritto precedente era dedicato alla Festa di Ognissanti, mentre questo al 2 di Novembre e al Ricordo dei Defunti.
Come già detto, ricorrenze simili sono celebrate in tutto il globo, seppur con tempi e modalità diverse a seconda dei Paesi. E anche in questo articolo, anziché proporre una carrellata di tali festività ,vorrei concentrarmi sul senso profondo di entrare in comunione interiore con chi è stato incarnato ed ora non lo è più.
Riprendere cioè confidenza col principio che la condizione materiale abbraccia un periodo estremamente limitato, ma necessario all’anima per attraversare esperienze fondamentali a evolvere. E ciò accade solo grazie al veicolo fisico che è il corpo.
La sublimazione delle esperienze:
I saggi dell’antichità, più connessi coi cicli della Natura, avevano compreso che il trapasso è tanto necessario quanto l’incarnazione. Ciò poiché l’anima, dopo aver “accumulato” esperienze, ha bisogno di prendere le distanze da quanto sperimentato sulla Terra e rielaborare il tutto con un’ottica più ampia, secondo una visione più globale della vita.
Deve arrivare, cioè, a sublimare le proprie esperienze sino a coglierne l’essenza, formando quel bagaglio di consapevolezza e coscienza che le permetta di incarnarsi nuovamente senza dover ricominciare il percorso dall’inizio.
Certo, la scomparsa di una persona cara, di un amore, un amico, del proprio animale domestico, sono tra gli avvenimenti più forti che la vita utilizza per ricordarci questo principio. D’altro canto sono fermamente convinto che molta della tristezza e del dolore che proviamo siano legati invece alla nostra difficoltà di accettare che insieme al trapassato è “morta” anche una parte di noi.
Quella fatta dalle esperienze vissute insieme, dalle parole pronunciate e non, da tutto ciò che la persona ci ha insegnato e per cui non abbiamo avuto tempo di ringraziarla. Dall’affetto espresso e ricevuto, dal fatto che raramente nella società odierna ci spiegano che la vita è cambiamento, che è incontrarsi tanto quanto separarsi (o dirsi arrivederci, per quanto mi riguarda).
L’altro – una parte di me:
In quest’ottica, ecco allora che il senso di vuoto e di mancanza sono molto legati al ricordo di quella parte di noi che riuscivamo a esprimere in compagnia di quella persona (o affetto), e che crediamo di non poter più mostrare al mondo, né a qualcun altro in particolare.
Elaborare il lutto verso qualcuno è un processo lungo e articolato, composto da fasi che la psicologia ha studiato e analizzato profondamente, sviluppando modalità consone per gestirlo.
Questo è naturalmente un argomento che travalica enormemente i contenuti e le finalità di questo articolo. Mi preme sottolineare infatti che l’esercizio proposto più avanti non intende in alcun modo sostituirsi a una terapia specifica, o a percorsi svolti sotto la guida di una figura medica/psicologica preparata e competente in materia, che ci affianchi nel superamento di traumi emotivi simili.
Verso una nuova vita:
Ciò premesso, il punto su cui credo si possa agire è impegnarsi per raggiungere un sereno distacco emotivo da qualcuno che non è più al nostro fianco. Il che non significa smettere di provare affetto nei suoi confronti, tutto all’opposto!
Vuol dire trasformare ciò che sentiamo in qualcosa di nuovo, purificando e lasciando andare le emozioni negative legate alla perdita. Rendendole invece la forza propulsiva che ci accompagni a una nuova vita, un nuovo stato dell’essere che ha integrato gli insegnamenti dell’esperienza insieme a quella persona e le riflessioni scaturite dalla sua perdita.
E’ proprio in vista di questo delicato momento di Ricordo dei Trapassati che ho pensato di proporre una miscela d’incenso e una piccola meditazione per aiutarci nel distacco. In realtà sono entrambe utili anche quando non c’è una perdita fisica, ma si attraversano fasi analoghe sul piano emozionale, come fine di rapporti sentimentali, amicizie, trasferimenti, cambio delle condizioni di vita e così via.
Gli ingredienti scelti come incenso hanno soltanto il compito di calmare ed equilibrare il nostro stato emotivo, rendendoci più tranquilli e in pace con noi stessi.
Incenso per il Ricordo dei Defunti:
- 1 parte di Copale
- ½ parte di Storace
- ¼ parte di Sandalo Bianco
- 1/8 parte di Benzoino di Sumatra
- 1/10 parte di Mirra
- 1/20 parte di Patchouli
Pestare gli ingredienti in un mortaio e poi bruciare a pizzichi sul carboncino. Le dosi possono essere cambiate a piacimento, naturalmente, e gli ingredienti che mancano possono essere sostituiti o semplicemente tralasciati.
Meditazione – Omaggiare chi non è più “qui”:
NOTA: Prima di cominciare è importante specificare che se la persona a cui vogliamo rivolgerci è scomparsa di recente sarebbe meglio attendere qualche settimana prima di eseguire la meditazione. Secondo alcune visioni, infatti, l’anima ha bisogno di tempo per abituarsi alla sua nuova condizione, senza sentirsi richiamata verso un piano vibratorio che non le appartiene più.
Scegliamo un luogo tranquillo, in cui ci sentiamo a nostro agio e abbiamo la possibilità di rimanere indisturbati per almeno 15-20 minuti, o per il tempo che desideriamo dedicare a questa pratica.
Se ci fa piacere, possiamo abbassare le luci e accendere una candela quale simbolo dell’Amore Spirituale che nutriamo verso l’affetto che vogliamo ricordare. Da questa accendiamo il carboncino che posizioneremo nel brucia incenso: se non abbiamo la candela possiamo utilizzare la fiamma di un accendino, un fiammifero, eccetera.
Quando il carboncino diventa tutto bianco all’esterno (5 o 6 minuti) versiamo un pizzico dell’incenso preparato e lasciamo che i suoi fumi si diffondano, calmino le nostre emozioni e ci aiutino ad alleggerire il cuore.
Nel frattempo assumiamo una posizione comoda, seduti o sdraiati, rilassiamoci e rendiamo regolare il respiro.
Quando ci sentiamo pronti, spostiamo la nostra attenzione sulla persona che vogliamo ricordare. Più che focalizzarci sui dettagli esteriori, è importante rievocare il ricordo intimo che abbiamo di quella persona, ciò che conserviamo nel cuore. La sua “impronta energetica”.
Ciò è meglio soprattutto se la perdita è avvenuta da molto tempo, poiché l’anima sarà più vicina ad uno stato di pura coscienza anziché alla forma fisica che noi conoscevamo.
Procediamo con calma, finché sentiamo di avere queste sensazioni ben chiare dentro di noi.
Cominciamo a questo punto a dialogare con lui o lei come se fossimo in sua presenza. Parliamo dei momenti belli vissuti insieme, quelli spiacevoli, quelli in cui ci siamo arrabbiati o ci ha insegnato qualcosa. Quelli in cui magari non abbiamo avuto il tempo o il coraggio per chiarirci e dire grazie.
Esterniamo tutto ciò che vorremmo lui/lei sapesse di quanto proviamo nei suoi confronti, con estrema sincerità. Gioiamo totalmente per i sorrisi che ci ricordiamo, o per le situazioni che avremmo voluto vivere insieme ma che magari stiamo solo immaginando. Nonostante queste non siano “reali”, sono comunque utili a elevare i nostri pensieri ed emozioni, inviando amore nei confronti di quell’anima.
Se invece è capitato di avere dissapori, non facciamocene un cruccio: nei piani sottili le situazioni si comprendono in modo differente, con una percezione dell’amore incondizionato più nitida rispetto a quelli densi.
Questa è insomma l’occasione giusta per esprimere gli “avrei voluto dirti”, gli “avrei voluto che facessimo”. Per dire che ci manca, o chiedere un consiglio come abbiamo sempre fatto quando era con noi. Se la persona si è disincarnata da molto tempo, possiamo invece “raccontare” quanto abbiamo appreso da quando se n’è andata. Esprimerle quanto utili siano state le esperienze con lei, o quanto abbiamo compreso dalle sue assenze oltre che dalle presenze.
In tutto questo, accettiamo serenamente la commozione che si dovesse presentare durante un simile dialogo, per quanto intensa possa essere. E’ un segnale che stiamo esprimendo ciò che restava chiuso dentro di noi, e che lentamente stiamo consegniamo al passato.
Procediamo così finché sentiamo di aver esaurito ciò che volevamo comunicare al nostro caro. Ringraziamolo mentalmente della “compagnia”, auguriamogli ogni bene e congediamolo con animo quanto più sereno possibile, come avremmo fatto se fosse stato davanti a noi.
Prendiamoci qualche istante per separarci dal legame creato durante la meditazione, dopodiché con calma ritorniamo nel qui ed ora. Se il carboncino è ancora attivo possiamo bruciare un pizzico di incenso per purificarci e confortarci, dopodiché spegniamo la candela consapevoli che l’amore nutrito resta sempre parte di noi.
Se ci è possibile, concediamoci una doccia o un bagno caldo per tornare alla dimensione del corpo.
Possiamo ripetere questa meditazione ogni qual volta ne sentiamo il bisogno, finché non sentiamo di essere totalmente in pace con noi stessi e aver accettato il distacco.
Stay (homaging beloved) incensed!
-Eraldo