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INCENSI IN GIAPPONE – L’ARTE MILLENARIA

Gli incensi in Giappone vantano una storia e una tradizione più che millenarie. Questo è certamente il luogo in cui l’arte dell’incenso ha raggiunto lungo i secoli il più alto grado di perfezione espressiva.

Non soltanto per abilità artigiana, ma anche come sensibilità olfattiva, conoscenza e raffinazione degli ingredienti naturali, composizione di fragranze squisite al naso ed efficaci sul benessere psico-fisico. Per i giapponesi esiste infatti un’indissolubile legame fra natura, poesia, incenso ed equilibrio interiore.

La storia delle fumigazioni è strettamente correlata alla diffusione del Buddhismo e delle millenarie tradizioni di India, Cina, Tibet e Corea. Ripercorriamone alcune tappe fondamentali.

Incensi in Giappone – LA STORIA:

Nell’anno 538 (periodo Asuka, 538 – 710) fu introdotta in Giappone la religione Buddhista e con essa l’utilizzo d’incenso quale strumento rituale, devozionale e di protezione delle pergamene sacre dall’attacco di insetti. L’utilizzo di fumigazioni era esclusivamente riservato all’ambito spirituale e indicato col termine sonaekoh.

Il primo riferimento scritto all’incenso è però del 595, anno in cui secondo il Nihonshoki – primo testo di storia giapponese – un grande pezzo di Legno di Aloe si arenò sulle spiagge dell’Isola di Awaji (vedi sotto “Gli Ingredienti Preferiti”). Gli abitanti del luogo provando a bruciarlo si accorsero che i fumi emanavano un aroma magnifico e decisero di offrirlo in dono all’imperatrice Suiko. Tale legno, il Ranjatai, è conservato ancora oggi nel tempo Tōdai-ji di Nara.

Nel 754 (periodo Nara, 710 – 784) giunse dalla Cina il famoso monaco buddhista Ganjin (Jianzhen) che portò con sé alcuni precetti fondamentali della religione nonché varie conoscenze tradizionali di erboristeria e medicina. Introdusse inoltre molti degli ingredienti usati ancora oggi come incenso e le tecniche per lavorarli in perle morbide: il nerikoh (vedi sotto “Tipi di Incenso”). All’epoca gli incensi venivano per lo più bruciati direttamente, quale gesto rituale per purificare le statue di Buddha e allontanare le malvagità.

Durante il periodo Heian (784-1185) iniziò l’importazione di ingredienti profumati da vari paesi stranieri, poiché il Giappone è molto povero di sostanze aromatiche autoctone. L’arte dell’incenso uscì dall’ambito religioso riscuotendo grande apprezzamento presso la nobiltà giapponese che lo adottò quale elemento essenziale della vita quotidiana. Se ne trova infatti menzione in classici quali il “Makura no Sōshi” (Note del Guanciale) o il “Genji Monogatari”.

La forma principale d’incenso impiegata allora era il nerikoh, nelle sue 6 varianti di takimono: miscele dedicate al fluire delle stagioni. Nello stesso periodo nacque inoltre la distintizione fra il sacro sonaekoh e il più mondano soradaki (lett. “incenso vuoto”) riferito alla degustazione a puro scopo estetico o per profumare gli indumenti.

Nel successivo periodo Kamakura (1185-1333) l’ascesa dello status di samurai sancì il passaggio di preferenza dal nerikoh al Legno di Aloe degustato puro. Pare infatti che i nobili guerrieri lo apprezzassero per le sue doti rilassanti prima delle battaglie.

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Senkoh: bastoncini d’incenso giapponesi

Il periodo Muromachi (1333-1573) vide invece la nascita del Koh-do, la Via dell’incenso, con la sua specifica cerimonia, ritualità, e il concetto di monkoh, cioè “ascoltare” le fragranze con attenzione. Essa, insieme al Cha-do (via del the), allo Sho-do (calligrafia) e all’Ikebana (disposizione dei fiori) divenne ben presto una vera e propria arte a sé stante, al punto che nobili e aristocratici iniziarono a riunirsi in “competizioni” e degustazioni di incenso.

Nel periodo Edo (1600-1868), sotto lo shogun Tokugawa Ieyasu, il Koh-do godette di fortissima espansione quale mezzo dell’aristocrazia per mantenere viva la tradizione delle “vie artistiche”. Negli stessi anni arrivò dalla Cina anche la tecnica per realizzare bastoncini d’incenso: i senkoh (vedi sotto “Tipi di Incenso”).
Questi si diffusero rapidamente nella classe media giapponese e anche persone di rango non nobiliare cominciarono a praticare il Koh-do.

Agli inizi del 20° secolo (periodo Meiji, 1868-1912), infine, grazie al maestro Kitō Yujiro furono creati i cosiddetti “incensi quotidiani”. Meno costosi rispetto a quelli tradizionali divennero alla portata di tutti e restano ancora oggi i più conosciuti ed esportati anche all’estero.

Incensi in Giappone – TIPI DI INCENSO:

In Giappone esistono molte forme di incenso, ciascuna più adatta a determinati utilizzi e dunque con caratteristiche specifiche. Vediamone alcune:

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Incensi in grani

Incensi in grani (shokoh)
Piccoli frammenti di legni aromatici, resine, erbe, spezie, ecc, da bruciare direttamente su una fonte di calore, di solito i carboncini. Sono la forma di incenso più antica, ancora oggi usata nei templi buddhisti quale offerta cerimoniale alle divinità o per purifica, preghiera, meditazione. Si utilizzano ingredienti singoli o miscelati fra loro, spesso abbinati in numero simbolico (5,7, …). Gli incensi in grani si prestano anche alla degustazione ricreativa, mentre la cerimonia del Koh-do prevede l’utilizzo esclusivo del Legno di Aloe.

Polveri per il corpo (zukoh)
Miscele di incensi in grani macinati finemente fino a ottenere una polvere omogenea. Questa può poi essere bruciata oppure strofinata su varie zone del corpo per deodorare o esercitare effetti specifici. A tal proposito i monaci buddhisti applicano lo zukoh su lobi, tempie e sotto la lingua per restare vigili durante le lunghe ore di preghiera e meditazione. Viene inoltre offerto ai visitatori prima di entrare in un tempio per mondarsi dalle impurità profane.

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Nerikoh: perle morbide di incenso

Perle morbide (nerikoh)
Derivano dalla lavorazione delle pillole medicinali cinesi. Miscele di anche oltre 20 ingredienti in polvere perfettamente dosati ai quali si aggiunge carbone e miele o polpa di frutta per ottenere un impasto morbido da cui ricavare piccole sfere. Esse vengono poi lasciate maturare per un periodo minimo fra 1 e 5 anni, tradizionalmente sotto terra. Il nerikoh è l’incenso usato ancora oggi durante la cerimonia del the.

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Senkoh: bastoncini d’incenso

Bastoncini (senkoh)
Sono la forma di incenso più conosciuta, utilizzata ed esportata anche fuori dal Giappone. Miscele di fino ad oltre 50 ingredienti in polvere bilanciati alla perfezione sono lavorate in un impasto umido simile all’argilla detto tama. Vengono poi estrusi in “spaghetti” sottili, tagliati alle lunghezze volute e lasciati essiccare fino a maturazione. I senkoh si usano sia all’interno che all’esterno dei templi come offerta votiva, rituale, ma anche in occasioni pubbliche o private per onorare antenati, maestri passati, favorire la meditazione o semplicemente creare un’atmosfera gradevole in cui accogliere ospiti, amici, clienti, ecc.

 Incensi in Giappone – INGREDIENTI PREFERITI:

Per creare incensi in Giappone, i koh-shi (maestri d’incenso) selezionano i loro ingredienti fra centinaia di legni aromatici, resine, erbe, ecc, provenienti dalle tradizioni medicinali di tutto il mondo, in particolare Cina, Tibet e India. In passato si impiegavano anche sostanze di origine animale, oggi quasi del tutto dismesse ad eccezione di rare formule canoniche.

Ogni ingrediente ha il proprio “carattere”, sia a livello aromatico che di effetti psico-fisici. Sta all’abilità del maestro decidere quali si combinano meglio per creare aromi eleganti, sensazioni raffinate e atmosfere poetiche.

Vediamo alcuni degli ingredienti più amati in Giappone:

Legno di Aloe (Jinkoh)legno-d-aloe-incensi-in-giappone
Si ricava dalle parti interne del tronco di alberi del genere Aquilaria, nativi di tutto il sud-est asiatico. Quando vengono feriti o attaccati dai batteri, per difendersi producono una resina che con il passare del tempo (anche secoli!) e l’accumulo  diventa sempre più aromatica. Considerato il “caviale” dei legni, è piuttosto raro da reperire puro in occidente. Ha un aroma caldo e avvolgente, con note di cacao, mou e liquirizia. E’ apprezzato per le sue doti sedative, rilassanti e al tempo stesso ristrutturanti.

sandalo bianco bianco polvere incenso in grani naturale vendita onlineSandalo Bianco (Byakudan)
Legno aromatico per eccellenza, proviene da alberi del genere Santalum originari dell’India, regioni limitrofe, ma presenti anche in Australia e alle Hawaii. Gli oli di tronco e radici impiegano dai 25 ai 60 anni per maturare pienamente e sono molto apprezzati sia in ambito cosmetico che nella profumeria. La varietà più pregiata è quella della provincia indiana del Mysore. Il suo legno è l’ingrediente base di gran parte degli incensi giapponesi, oltre al Jinkoh, per il suo aroma morbido, talcato e vellutato. E’ rinfrescante, sedativo e corroborante, tonifica i nervi e favorisce la meditazione.
> Incensi consigliati con note di Sandalo Bianco: Nokiba e Diamante.

chiodi di garofano polvere incenso in grani vendita onlineChiodi di Garofano (Choji)
Sono il bocciolo non ancora dischiuso dei fiori di Eugenia Caryophillata, albero originario delle isole Molucche. Apprezzato come spezia in cucina, in passato i dentisti lo impiegavano per le sue proprietà anestetiche e analgesiche. Ha un aroma piccante, legnoso e pungente che lo rende un ottimo tonicorinvigorente per mente e corpo. E’ stimolante, rinforza attenzione, decisione e creatività.
> Incensi consigliati con note di Chiodi di Garofano: Smeraldo e Kin-Kaku.

patchouli incenso in grani naturale vendita onlinePatchouli (Kakkoh)
Pianta erbacea della famiglia delle Lamiacee, la stessa di Salvia, Rosmarino e Menta. Originario dell’Asia tropicale, oggi è coltivato in Indonesia, Cina e vari paesi del sud-est asiatico. Come incenso si utilizzano foglie e steli che in genere subiscono un processo di fermentazione per irrobustirne l’aroma. Ha un profumo erbaceo, terroso e umido, lievemente agrumato. Possiede proprietà toniche, sedative, radicanti e leggermente euforizzanti.
> Incensi consigliati con note di Patchouli: Rubino, Kyo-Nishiki e Nokiba.

cannella cassia polvere incenso in grani naturale vendita onlineCannella Cassia (Keihi)
E’ la corteccia essiccata dei rami di Cinnamomum Cassia, una “parente” estremo-orientale della Cannella Regina, originaria invece dello Sri Lanka. Nativa della Cina, è diffusa anche India, Thailandia e varie regioni del sud-est asiatico; appartiene alla famiglia delle Lauracee, la stessa dell’Alloro. Apprezzata come spezia in cucina, è la varietà più adatta ad essere usata come incenso. Ha un aroma morbido, dolce e speziato, che rimane a lungo negli ambienti. E’ riscaldante, tonificante e al contempo rilassante; dona fiducia, energia e grande positività.
> Incensi  consigliati con note di Cannella Cassia: Ametista e Kyo-Nishiki.

Stay (japanese) incensed!

-Eraldo

Per leggere/scaricare gratuitamente la rivista che ospita questo articolo > Pagine Zen n.114 – Gennaio 2018.

 

In breve
INCENSI IN GIAPPONE - L'ARTE MILLENARIA - Spirito e Profumi
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INCENSI IN GIAPPONE - L'ARTE MILLENARIA - Spirito e Profumi
Descrizione
L'arte degli incensi in Giappone è antica di oltre un millennio. Scopri la storia, i tipi d'incenso e alcuni gli ingredienti preferiti. Leggi ora!
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